Open Window: Il momento di massima vulnerabilità di un atleta alle infezioni

Scopri come e perchè lo stress fisico intenso può indebolire le difese immunitarie e aumentare il rischio di malattie respiratorie e intestinali negli sportivi.

NB. Quest'articolo è contenuto nell'edizione di Ottobre 2024 della rivista mensile di Medicina, Salute, Alimentazione, Benessere, Turismo e Cultura “ND – Natura docet: la Natura insegna”

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Condizione Atletica e Rischio Infettivo

Come ben noto alle cronache sportive, gli atleti devono confrontarsi non solo con gli avversari in campo, ma anche con i “nemici invisibili”, responsabili di malattie infettive, batteriche, virali o fungine, che a volte riescono a limitare anche pesantemente le prestazioni, fino ad impedire la continuità della gara. Le ripercussioni possono essere decisamente gravi, durante campionati professionistici.

Gli appassionati di Ciclismo, ad esempio, ricordano ancora il Giro d’Italia 2017, quando la Maglia Rosa Tom Dumoulin, a causa di un attacco dissenterico, fu costretto a scendere dalla bici e a correre in un campo adiacente, spinto da impellenti necessità fisiologiche, perdendo così, anche se velocissimo... un paio di minuti nei confronti di chi poi vinse la tappa.

Quest’anno il problema ha coinvolto più volte a calciatori, tennisti, sciatori, anche nei momenti più delicati della stagione agonistica: si potrebbe continuare a lungo con la descrizione di aneddoti che, qualche volta, hanno peraltro contribuito a creare l’alone leggendario di sportivi che, incuranti del rischio, continuavano ugualmente a gareggiare.

Una riflessione emerge però spontanea: come possa il rischio infettivo di fatto aumentare in perfette macchine-uomo quali sono gli atleti professionisti, e la risposta ha un nome preciso: “open window”.
La descriveremo più avanti.

A proposito di Immunità

Per “immunità” si intende una condizione di difesa e di resistenza da parte dell’organismo nei confronti di malattie; può essere congenita o indotta ed è principalmente, ma non unicamente, mirata alla difesa nei confronti di microrganismi patogeni riconosciuti come “pericolosi”.

Le tappe fondamentali del processo si fondano sul riconoscimento del “nemico” e sulla identificazione precisa fra “invasore” e strutture facenti parte dell’organismo. Se la discriminazione fra “non self” e “self” non è precisa, il sistema immunitario può arrivare ad attaccare l’organismo (patologie autoimmuni).

La prima fase consiste quindi nel riconoscimento e nella memorizzazione del “non self”, mentre la seconda comporta la distruzione dello stesso.

  • Il riconoscimento è affidato a cellule della serie bianca del sangue, i linfociti;
  • La distruzione è invece compito degli stessi linfociti e di altre cellule, i macrofagi e i neutrofili.
Difese Immunitarie

Si identificano tre tipologie immunitarie:

  • Immunità umorale, rappresentata da molecole presenti nel sangue (anticorpi, o immunoglobuline) e dalle proteine del complemento, che svolgono un ruolo adiuvante aspecifico dell’attività anticorpale.
  • Immunità cellulare, affidata a cellule, i fagociti, che comprendono neutrofili e macrofagi, guidati nella propria attività dagli anticorpi. Ai macrofagi, in particolare, è affidata la fagocitosi, espressione dell’immunità “innata”.
  • Immunità specifica, affidata ai linfociti, attivati dal contatto diretto con i patogeni o indirettamente da proteine e peptidi non self.

Linfociti

I linfociti rappresentano il 25-30% dell’intera popolazione leucocitaria. In base alla morfologia, sono classificati in grandi e piccoli. I grandi sono i “linfociti natural killer” (NK), mentre i piccoli si suddividono in Linfociti B e linfociti T.

La risposta immunitaria acquisita si esplica solo dopo attivazione della risposta innata, poco specifica ma rapida.

La vita media dei linfociti è breve come per tutti i globuli bianchi, però alcuni di essi persistono a lungo nell’organismo, come “memoria” contro contro agenti esterni che hanno già attaccato l’organismo, in modo da garantire una risposta immunitaria efficiente.

I 2 tipi di Linfociti

I linfociti, così come tutti i leucociti, si sviluppano nel midollo osseo da un comune progenitore linfoide, in un processo definito linfopoiesi; i linfociti B maturano nel midollo osseo, mentre i linfociti T nel timo.

Svolgono la loro attività nel sangue, nella linfa e in organi linfoidi (milza e appendice ileo-cecale). I linfociti costituiscono il 10-45% dei leucociti circolanti: quando il numero di linfociti scende, anche transitoriamente, aumenta la probabilità di contrarre patologie infettive

UNA FINESTRA APERTA ALLE INFEZIONI DELL’ATLETA: “OPEN WINDOW”

Sia nel corso di lunghe competizioni, come nel corso di manifestazioni sportive in genere, che comportino prestazioni ravvicinate, risultano molto frequenti le patologie infettive, soprattutto respiratorie e intestinali: il contagio può avvenire per aero-trasmissione di patogeni, per ingestione di acqua o cibi contaminati, per contatto con superfici o per condivisione di oggetti. La variabile individuale va sempre e comunque ricercata a livello immunologico.

Il sistema immunitario di chi pratica attività sportive a livello professionale è normalmente più “forte” rispetto ai soggetti “normali”, può però andare incontro a problemi transitori, dopo intenso l’intenso stress fisico delle situazioni sopra descritte, tali da non garantire una adeguata risposta verso gli agenti patogeni: è ormai noto che la concentrazione linfocitaria complessiva si riduce nella fase post-esercizio, provocando un calo generalizzato dell’attività immunitaria, definito ”open window” (“finestra aperta” alle infezioni). Si tratta di una condizione comune anche ad altre situazioni di stress (chirurgico/traumatico ma anche di origine psicologica, quale la situazione di stress legata a forti emozioni negative), rappresentando, di fatto, una sorta di “immunosoppressione temporanea”, responsabile di maggiore suscettibilità alle infezioni di qualsiasi origine.

La particolare suscettibilità infettiva durante la fase di “open window” ha durata molto variabile, potendo oscillare tra 3 e 72 ore, in funzione del livello di immunità basale del soggetto, e rende particolarmente a rischio eventi sportivi impegnativi che siano ravvicinati (ad esempio: tappe di corse ciclistiche, partite di calcio infrasettimanali), soprattutto quando la successiva inizia durante il periodo di incubazione.

Malattie infettive

Quanto al “momento” del potenziale contagio, va osservato che questa fase di riduzione delle difese immunitarie viene a coincidere con situazioni in cui la possibilità di entrare in contatto con microrganismi patogeni è particolarmente elevata, quali abbraccio dei tifosi, trasferimento in bus coi compagni di squadra, permanenza negli spogliatoi con altre persone, utilizzo di docce e conseguente inalazione di particelle aerosoliche contaminate, permanenza in ambienti con aria condizionata, pernottamento in camere d’albergo non adeguatamente disinfettate, tutte condizioni che evidenziano:

  • Il ruolo fondamentale di adeguate strategie di disinfezione ambientale programmata (ce ne occuperemo prossimamente);
  • L’assoluta importanza di rinforzare le difese immunitarie.

STRATEGIE NATURALI PER IL SOSTEGNO IMMUNITARIO

Alimentazione
L’alimentazione riveste un ruolo per difenderci da infezioni sostenute da microrganismi patogeni, che siano aerotrasmesse, da contagio diretto, o a trasmissione alimentare (tossinfezioni). In ambito-alimentazione rientrano anche l’approccio enzimologico biodinamico, con protocolli specifici di Terapia Complementare Enzimatica (TCE) messi a punto utilizzando particolari preparati (Integratori Alimentari Biodinamici) in grado di contrastare anomalie enzimatiche: ce ne occuperemo prossimamente su questa rivista.

Di sostanze pro-immunitarie, che dovrebbero entrare di diritto nella alimentazione quotidiana, anche dello sportivo, è ricco il mondo vegetale:

  • Liliacee (come aglio e cipolla).
  • Crucifere (come cavoli e broccoli).
  • Piante aromatiche (quali salvia, rosmarino, timo, origano, prezzemolo).
  • Solanacee (come il peperoncino).
  • Verdura fresca, agrumi e frutta in genere (ricchi in Vitamina C).
  • Microalghe (in realtà: cianobatteri, quale la Spirulina, di cui è ormai riconosciuta, una importante azione di stimolo linfocitario, fondamentale supporto delle difese immunitarie).

La Spirulina può essere aggiunta a crudo sotto forma di scaglie o polvere su primi piatti o misti di verdura, cereali, legumi, oppure utilizzata in capsule o compresse, ad un dosaggio giornaliero di almeno 6-10 grammi.

La Spirulina contiene Ferro e Magnesio, importante sostegno alle cellule immunitarie, e Ficocianina una sostanza capace di incrementare la produzione di anticorpi.

Unica raccomandazione: utilizzare esclusivamente Spirulina “sicura”, coltivata in acque controllate (ideale se in fotobioreattori, sistema di produzione chiuso, che garantisce la protezione dalle contaminazioni esterne).

Prodotti a basso costo, provenienti soprattutto dall’estero, comportano infatti il rischio, reale e documentato, che la “microalga” possa essere contaminata da inquinanti ambientali, facilmente assimilabili dal nostro organismo.

Spirulina Ethos

A cura di

Massimo Enrico Radaelli

Direttore scientifico ND

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